martedì 19 agosto 2014

Le visioni di Pratt


A me basta      
il sogn o

Corto Maltese disse: 
"No, non basta! Bisogna travestire la realtà da    sogno"
 
di Matteo Tassinari
I fumetti di Hugo Pratt, (Rimini 1927 - Losanna 1995), hanno costituito e costituiscono, per generazioni di appassionati, una lettura suggestiva, appassionata, che nulla lascia alla contingenza, all'eventualità e al fato. Essi sono una sorta di “strappo” alla realtà, attraverso cui fuggire mediate la fantasia, l’avventura, il sogno, sull’onda di un fluire malinconico di sensazioni, immagini, ombre, velami, allegorie, idee che si riaffacciano consapevolmente sulla Storia e sull'autenticità mentale.
Parrebbe, quindi, non essere un caso che gli addetti ai lavori abbiano accostato i fumetti di Pratt alla letteratura “non disegnata”. A pensarci bene, Hugo Pratt e il mare, sono fatti l’uno per l’altro. Un serbatoio di favole e disgrazie, peripezie e tribolazioni, tribolazioni, miti, mostri, capitani soli, suoni e quegli “esseri fuori misura” che hanno sempre fatto parte dell’immaginario immaginifico dei fondali marini. Marinai, profeti, onde, sale, sole, balene, tutto offerto a Nettuno, colui che era in grado anche di scatenare forti terremoti, Pratt, pesca nel suo lavoro dalla mitologia classica “omerica” e le Sirene di Ulisse, il sentimento da cui è nata la moderna "Nostalgia", che colpiva i marinai in viaggio.

20mila mostri
sotto il mare
Fumetti di qualità
letteraria
Quante creature vivono in mare? Da qualche anno gli scienziati stanno conducendo un vero e proprio censimento delle specie marine. Secondo le ultime stime, almeno 5000 diversi pesci devono essere ancora scoperti e diverse altre centinaia di migliaia di forme di vita marine, come vermi, molluschi, meduse, microorganismi e alghe non sono ancora mai state viste dall'uomo. Ogni anno, almeno 160 nuove specie vengono aggiunte al Censimento della vita marina.

Onoff, hai d'accendere? Grazie, scrittore Depardieu













Le amicizie di Malibù
È innegabile, Pratt, più che mentire, reinventava. Visse esperienze forti e molteplici, spigolose e dure come il corno del Malìbù africano, maturò un carattere determinato, spigoloso, solitario e generoso. Cercò di capire le culture con cui entrò in contatto e di comprendere le persone in cui si imbatté. Strinse parecchie e longeve amicizie e non a caso nelle sue storie a fumetti compaiono spesso personaggi ispirati a uomini e donne che conobbe e che segnarono la sua esistenza. La cultura di Pratt inoltre fu ricca e composita. Nelle sue storie, al dato storico-geografico, si lega quello biografico che rimanda a quello letterario, cinematografico e mitologico, in una combinazione fluente di non immediata decifrazione.
Il "Barba Nera" di Pratt
I suoi   fumetti d’avventura , 
offrono più livelli di lettura e possono indurre il lettore più curioso a intraprendere ricerche individuali per poter comprendere e conoscere aspetti delle sue storie non limpidi al primo impatto. Gli interessi culturali di Hugo Pratt, spaziavano dal fumetto d'avventura americano, la strip degli anni Trenta e Quaranta,


al cinema, dalla storia alla geografia, dall’esoterismo alla mitologia, dai viaggi al vino e alle donne. Pratt, in effetti, fu un grande amatore. Ebbe sei figli da quattro donne diverse e innumerevoli amanti. La donna ha un ruolo centrale anche nella sua opera. Senza dimenticare l’amore per la letteratura e la poesia, che anzi furono, com’è facile intuire, assolutamente primari. E tutto questo insieme d’interessi e di conoscenze è mescolato, nella sua produzione, a una serie di motivi di matrice autobiografica che circolano all'interno dei suoi fumetti, tanto che Pratt affermava: “Sono un disegnatore, dunque il mio mondo è fatto di immagini, immagini che ho visto, o che si sono formate nella mia fantasia dopo aver letto o ascoltato un racconto, una descrizione, una sensazione”.
















Letteratura
disegnata

Per comprendere al meglio lo spessore letterario dell’opera prattiana è necessario contestualizzare il rapporto che Pratt instaurò con la letteratura. A causa degli eventi della Seconda guerra mondiale Pratt non poté concludere gli studi liceali. La lettura di romanzi e poesie fu quindi un’occasione formativa per il giovane Hugo, che venne iniziato all’amore per i libri dal padre. La letteratura svolse perciò un ruolo determinante nella formazione dell’artista, il quale in proposito sosteneva che “Bisogna leggere il più possibile, conoscere il più possibile. lo sono figlio di tutti coloro che si sono riconosciuti nella cultura ufficiale, ma anche di tutti coloro che la medesima cultura non riconosce” e nei suoi fumetti, che definiva “letteratura disegnata”, a uno sguardo attento emergono chiare ascendenze letterarie, tanto che Umberto Eco osserva: “Pratt rende materia di narrazione avventurosa la propria nostalgia della letteratura, e la nostra”.

Le ispirazioni letterarie
nei fumetti di Pratt
Il primo autore da menzionare a proposito delle radici letterarie di questo ciclo d’ambientazione marinara è Joseph Conrad. Conrad è presente per l’affine realismo visionario, seppur diluito nel sogno, con cui Pratt descrive scene e ambientazioni. Queste non sono mai pittoresche né oleografiche, bensì complesse e mature rappresentazioni tese ad avvolgere il lettore, a renderlo partecipe delle inusuali suggestioni e delle emozioni che quel mondo esotico suscita, accompagnate a un analogo e problematico approfondimento psicologico dei caratteri dei personaggi.
Joseph Conrad
Ciò
avviene allo  
stesso Corto Maltese, le cui fattezze e la cui indole ricordano il personaggio protagonista di Lord Jim, che Conrad descriveva così: “Era di un pollice, forse due, al di sotto dei sei piedi, di corporatura possente, avanzava deciso verso di voi, le spalle leggermente arcuate, a capo proteso e uno sguardo fisso da sotto in su che vi faceva pensare a un toro alla carica. La sua voce era profonda, sonora, e le sue maniere rivelavano una specie di ostinato farsi valere senza però nulla di aggressivo. Pareva una necessità, ed era palesemente destinata più a se stesso che agli altri. Impeccabilmente lindo, abbigliato di bianco immacolato dalle scarpe al cappello”. Ciò nonostante Corto Maltese potrebbe essere piuttosto, per dirla con Umberto Eco, “un Lord Jim con tutte le caratteristiche, i rimorsi e le ambiguità, meno la sconfitta, insomma un Lord Jim a cui è andata bene”. E’ infatti ben possibile che sia un altro personaggio di Una ballata del mare salato ad avvicinarsi maggiormente alla tormentata creatura.
Corto mentre balla con droni

Una giovinezza      irrequieta
e          girovaga
Di sicuro Pratt ebbe in comune una qualità con lo scrittore inglese, l’abilità nell'osservare, nel conoscere, nel capire, nello studiare i caratteri delle persone e nel riprodurli nelle proprie opere aspre.
 Robert Luis Stevenson
Inoltre Pratt aveva letto e preso spunto durante la creazione dei suoi racconti a fumetti, anche “Cuore di Tenebra”, “Tifone” e “La linea d'ombra”. Nell’ambito della letteratura marinaresca, un altro autore che esercitò su Pratt una sicura influenza fu Robert Luis Stevenson.
Nelle storie di Pratt emerge un’analoga abilità nel conferire spessore poetico all’intreccio avventuroso, oltre al fatto che gli scenari prattiani ricordano molto da vicino le suggestive descrizioni del romanziere inglese.

L'isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson

"Stevenson, è uno dei
miei modelli"
(Hugo Pratt)





Pratt aveva letto “L’isola del tesoro”, “Il ragazzo rapito” e inoltre non nascondeva il legame esistente fra la propria opera e il grande scrittore inglese quando ricordava: “Stevenson rappresenta per me uno dei miei maestri. In un campo d’internamento di Dire Dawa, sotto una calura infernale, ho letto moltissimo di Stevenson, mi ha mostrato come si possa dare a un racconto d’avventura una dimensione poetica, egli ha influenzato la mia tecnica narrativa. Stevenson è uno dei miei modelli”. Più chiaro di così?! Il legame con Stevenson era talmente sentito che Pratt, durante "Un viaggio tra le isole del Pacifico", si recò sull'isola di Apua, dove Stevenson aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita e visitò la tomba del romanziere.

Conrad, Stevenson, Melville
Herman Melville
 Pratt inoltre usava “gentiluomini di fortuna” come epiteto per i pirati nei suoi fumetti, lo stesso usato da Stevenson. Infine, un fattore che accomuna i due narratori è l'abitudine di inserire carte geografiche all’interno delle proprie opere: tra gli interessi di Pratt non a caso troviamo la geografia. Come ebbe a dichiarare: “le carte geografiche, a parte il fatto di farti sognare, sono anche poetiche; tanti scrittori hanno sognato su di esse”. Una suggestione che ci riporta a Conrad e al personaggio di Marlow, che in Cuore di tenebra raccontava: “quando ero bambino avevo la passione delle carte geografiche. Stavo per ore a osservare il Sud America, o l'Africa, o l'Australia, e a perdermi tra le imprese gloriose dell'esplorazione”.
Achab, Capitano Baleniera Pequod
Le      atmosfere
di     questo plot narrativo
marinaresco, non possono non richiamare alla memoria le narrazioni di un altro grande romanziere, Herman Melville. Pratt ricordava d’aver letto “Billy Bud”, “Moby Dick”. Va detto che lo stile narrativo di Pratt è maggiormente influenzato dalle opere giovanili di Melville, ambientate fra le isole del Pacifico e dalla prosa spensierata e suggestiva, piuttosto che al solenne ed epico narrare di Moby Dick, anche se la caratterizzazione dell’oceano, dei marinai, degli uomini che lo vivono, presenta caratteristiche particolari. Pratt non s’imbarcò mai per lavoro, così com’era capitato a Melville o a Conrad. Mancherebbe dunque di quella visione in presa diretta della vita marinaresca. Pratt fu soprattutto un viaggiatore che si accostava alle culture, ai territori e perciò al mare, per il gusto dell’avventura, della scoperta, della conoscenza. Pratt filtrava le memorie, le sensazioni e le emozioni dei propri viaggi e delle proprie letture attraverso la fantasia sublimandole nei propri fumetti. Nelle storie prattiane non v’è in primo piano la rappresentazione della dura vita di mare, della quiete e delle tempeste, dei ritmi scanditi dai moti d’un oceano nella sua essenza primordiale e incommensurabile descritta da Melville.
Robert Louis Stevenson
Nemmeno   
però la sola
prospettiva umana, l’attenzione ai rapporti tra gli uomini di mare, le reazioni di fronte alle avversità, all’ignoto, la contemplazione indolente, il perdersi nei propri pensieri di Conrad. V’è semmai una commistione e un superamento di queste prospettive attraverso il sogno, la fantasia, l’immaginazione e in questo senso il mare nei fumetti di Pratt è un fondale onirico, uno scenario di ascendenza letteraria che rimane in secondo piano pur rivestendo un ruolo narrativo fondamentale. Rider Haggard scrisse Le miniere di re Salomone (1885) perché aveva scommesso col fratello che sarebbe riuscito a scrivere un romanzo migliore de L'isola del tesoro. Stevenson ha lasciato molti scritti (soprattutto lettere e saggi) in cui spiega quali furono le sue fonti di ispirazione. L'idea centrale del romanzo nacque, come si è detto, dalla mappa; subentrarono però i ricordi di Stevenson su opere di Daniel Defoe, Edgar Allan Poe e soprattutto Charles Kingsley.
Altre
suggestioni,
Jack London.
Altro scrittore amatissimo da Pratt fu Jack London: “Senza dubbio uno degli scrittori più importanti per la mia formazione, rendo omaggio a London ispirandomi alle sue storie”. Echi del narrare sciolto e coinvolgente di London risuonano spesso nei fumetti di Pratt. In particolare, nelle storie marinare di Corto Maltese prima elencate, in cui si riscontrano suggestioni derivate dalle opere di London e “I racconti dei mari del sud”, dove sono narrati abbordaggi, rapimenti, arrembaggi, ammutinamenti, fughe, aggressioni in mare aperto, assalti pirati, incursioni d’alta montagna e scorribande che solo nella fantasia di un avventuriero possono nascere.















Percorsi arcani
È risaputo quanto il sapere ermetico occupasse uno spazio privilegiato nella cultura di Hugo Pratt, a tal punto che è possibile affermare che l'espressione mistica dell’autore fu influenzata dalle dottrine esoteriche. 
Autore e soggetto
Corto Maltese
(il cui   nome,
come dichiarò Pratt, appartiene all’argot andaluso e significa “svelto di mano”) nasce il 10 luglio 1887 a La Valletta, nell’isola di Malta. Il padre è un marinaio inglese di Tintagel King’s Cornovaglia, nipote di una strega dell’Isola di Man. Sua madre è una gitana di Siviglia, la Niña di Gibraltar, modella del pittore Ingres. Trascorre la prima infanzia prima a Gibilterra, poi a Cordova, viene poi mandato dalla madre a La Valletta a studiare alla scuola ebraica del rabbino Ezra Toledano, che lo inizia ai testi dello Zohar e della Cabbala. Quando Amalia, la cartomante si accorge che Corto non possiede la linea della fortuna sulla mano sinistra, Corto Maltese prende un rasoio d’argento di suo padre e se ne incide una da solo. E’ il personaggio di punta Il Corto, ma non me la sento di scrivere che sia la sua opera più riuscita, più tonda, anche se senz’altro è la più avvincente e la più definitiva. Un capolavoro di flussi provenienti da migliaia di punti di riferimento per l’autore che per questa, ma non solo questa opera, è stato annoverato fra i maggiori autori di fumetti mondiali di tutti i tempi.
Negli anni si sono    susseguite generazioni di    autori,
appassionati di fumetto o semplici fan che hanno voluto tributare a Pratt o a Corto Maltese, il suo personaggio più famoso, un omaggio, sia quando Pratt era ancora in vita sia dopo la sua morte. Tra queste Le avventure di Giuseppe Bergman, scritte e disegnate da Milo Manara, suo grande amico e, per sua stessa affermazione, allievo di Pratt: in queste, il protagonista Giuseppe Bergman viene istruito "all'avventura" da un creatore di avventure di nome HP, uguale in tutto e per tutto al Maestro veneziano. Sempre dello stesso Manara si può ricordare Tribute for Corto, scritto e disegnato dopo la morte del creatore del marinaio con l'orecchino. In particolare per quanto riguarda Corto, gli omaggi, specialmente da parte disegnatori, ma anche di scrittori e giornalisti, sono numerosissimi: Dino Battaglia, Andrea Pazienza, Vittorio Giardino, Vincenzo Mollica, Umberto Eco, Christian Kracht, Stefano Babini. Frank Miller ambientò una storia a Sin City dal titolo “Notte silenziosa” a Pratt dedicata e anni prima aveva chiamato “Corto Maltese” un’isola nella serie “Il ritorno del Cavaliere Oscuro”. (citazione ripresa nel film Batman del 1989 di Tim Burton).